di Francesco Patterino, Sommelier e Degustatore Ufficiale, A.I.S. Marzo, 2011”
Urlare.
Un etimo del verbo recita: “esprimere con tutta la forza possibile un sentimento o uno stato d’animo”.
Così questo vino, che si mostra impaziente di lasciare il suo contenitore inerte, per raccontare – per gridare – tutta la sua potente storia.
E’ L’Urlo. IGT Toscana Rosso 2008 dell’azienda toscana Urlari. Un’espressione in purezza di Merlot.
Con un tocco “esotico”: l’enologo è francese, Jean-Philippe Fort. Specialista nel trattare le uve a St.Emilion e Pomerol, ha voluto cimentarsi – e divertirsi – con le varietà e i terroir nostrani.
Lo apro. Scende nel bicchiere ben denso. E’ di un rosso rubino cupo, impenetrabile.
Al naso si rivela e schiude i profumi in maniera lenta e complessa. L’ho accolto per tre sere di fila. L’impatto olfattivo è magnifico. Tostatura graziosa vanigliata, non aggressiva; poi del tabacco dolce. Quindi dell’inchiostro. Alcune spezie, non pungenti: il pepe nero.
Immancabili le sensazioni figlie del Merlot: frutti rossi ben maturi e polposi. Mirtillo e amarene. È invece sfumata la nota vegetale, appena percepibile e per nulla aggressiva.
Le nuances eteree? Di certo arriveranno, negli anni a venire. All’assaggio è caldo e morbido. Il corredo di tannini è puro velluto. Denota un buon corpo e già un certo equilibrio. L’armonia è accettabile, per un vino con questo tenore alcolico.
Quel che carezza il palato è una suadente persistenza gusto-olfattiva davvero durevole. Il retrogusto fonde note di pasta di mandorle e caramello.
E’ certamente pronto da bere, ma non per dare il massimo delle sensazioni che ancora si celano, nonostate la sua giovane età nel 2010 ha vinto la Medaglia Oro al Concorso Internazionale Emozioni dal Mondo.
Come abbinarlo? Lo vedrei bene con pasta al sugo di carne o selvaggina; oppure su formaggi stagionati.