Il piu delle volte i vini buoni sono dotati di personalita, forte a tal punto da sembrare difficili. In un primo momento stentano ad aprirsi (o a farsi capire) ma poi quando riescono ad esprimersi compiutamente, risultano e risaltano nella loro completezza. Il Pervale, vino scovato dai Castelletti di Ponte San Pietro, ne e un classico esempio. Appena versato nel bicchiere stena, lascia perplessi, confonde, non convince. Poi pian piano insieme al profilo organolettico si fa strada anche una diversa considerazione. Un altro po’ ed ecco che quando riesce a sprigionare tutto il suo potenziale (saranno passati, in un bicchiere ampio, almeno dieci minuti) il giudizio vira decisamente verso l’eccellenza.
Il Pervale e un rosso toscano – figlio di un taglio di sangiovese, i due cabernet, merlot ed alicante – che ricorda il carattere deciso ed introverso dei Bordeaux. Lo produce Roberto Cristoforetti, trentino d’origine, con la consulenza di un enologo francese (e qui ci siamo) tale Jean-Philippe Fort. Le vigne sono in provincia di Pisa ad oltre 700 metri sul livello del mare.