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Pervale: l’emozione in un bicchiere

Pervale: l’emozione in un bicchiere

di critico di vino Laura Ragoni, January 2010

Nevica, tutto è silenzioso e ovattato nella mia casa in mezzo ai monti. È la serata giusta per dedicarsi a una degustazione speciale.

Qualche giorno fa il mio amico sommellier Luca Castelletti mi ha regalato una bottiglia, dicendomi solamente: “Ti stupirà”. È un’anteprima assoluta, un vino non ancora in commercio, la prima annata, quasi un esperimento, uno dei tanti gioielli che escono da quell’incredibile scrigno che è l’enoteca Al Ponte, di Ponte san Pietro. Il signor Italo Castelletti, storico fondatore e primo delegato per anni della sezione Ais Bergamo, mi ha sorriso, ammiccando. Quel gesto è bastato a farmi capire che sono in presenza di una vera chicca.

Accendo il camino, abbasso le luci, stappo la bottiglia. Ho tagliato alcune fettine di prosciutto crudo di mora romagnola, giusto per accompagnare questa solitaria degustazione. Manca solo un po’ di musica, e scelgo un pezzo a me molto caro: il Concerto in Mi minore Opera 64 di Mendelsshon per violino e orchestra. Verso il vino nel bicchiere mentre attacca l’Allegro Molto Appassionato.

Il vino Pervale è un Toscana igt, prodotto dall’Azienda Agricola Urlari, il proprietario, Roberto Cristoforetti, giovane e dinamico, ha le vigne sulle dolci colline pisane, nel comune di Riparbella.

Alla vista è di un bel rosso rubino scuro e intenso, sangue di piccione, come la pietra che mia madre portava sempre al dito.

È ottenuto con uve cabernet sauvignon, cabernet franc, merlot e con piccole percentuali di sangiovese e alicante, invecchiato per il 75% in barriques di rovere francese nuove e usate e fa un leggero passaggio in serbatoi di acciaio. Quest’annata 2008 è la cosiddetta “numero zero”, ed è una grande emozione per me degustarlo in assoluta anteprima: adoro scoprire nuovi vini. Ne sono state prodotte solamente 8000 bottiglie, ma dalla prossima vendemmia il numero delle bottiglie in produzione è destinato a crescere.

Luca Castelletti lo definisce un vino “in divenire”, ed è sicuro che farà parlare di sè. Il violino di Isaac Stern trilla sul brillante nella coda, prima di entrare di soppiatto nell’Andante, e porto al naso il vino che Cristoforetti ha dedicato alla figlia Valentina, per questo lo ha chiamato Pervale.

Già di primo acchito mi ricorda i grandi francesi di Saint Estephe. Chiudo gli occhi e inspiro voluttuosamente: è molto intenso, persistente con profumi che ricordano la violetta, frutti rossi di bosco e una leggera nota vanigliata. Al naso è potente, armonico, con un bouquet complesso, che svela in un secondo tempo un aroma di tabacco, pepe, cassis e sfumature minerali.

Alla bocca mantiene quello che promette al naso: incredibile intensità gustativa.

E’ Intenso persistente, morbido, buona trama tannica di grande finezza ed eleganza, secco e abbastanza equilibrato, tenendo conto che è un vino che necessità di affinamento in bottiglia, e che sarà pronto non prima di aprile. Ha un bel corpo, che fa presagire possibilità di un lungo invecchiamento. Il finale è lungo e complesso, e riserva nuove sorprese al palato, con sentori minerali, una leggera nota amarognola piacevolissima, un’eleganza del frutto che rinnova lo stupore. Mi perdo nell’Allegro Molto Vivace, abbandonandomi alle sensazioni, a occhi chiusi, gustando il sapore delle emozioni che solo un grande vino sa dare.

Ringrazio Luca Castelletti, per avere condiviso con me la sua scoperta. E ringrazio anche Roberto Cristoforetti, a me sconosciuto vignaiolo, che non sa di avermi dato, stasera, un attimo di gioia purissima…

Laura Rangoni